Una rete intessuta di libri
"Bussare con i piedi..."
Apro questa prima discussione del nostro gruppo con l'idea di una bibliorete. In che consiste? Un catalogo online dei nostri libri che vogliamo condividere. Mi piace l'idea che come primo passo dentro questo spazio, che vorrei disegnassimo insieme, si entri con un libro significativo.
Per condividere con il gruppo un libro, vi chiedo di iscrivervi a questa piccola bibliorete partenopea:
https://inventaire.io/groups/piccola-bibliorete-partenopea
e nel proprio profilo cliccare su "aggiungi libro", e lì caricare un libro che avete in casa mettendo davanti la fotocamera il codice a barre (o inserendo a mano l'isbn o il titolo).
Una volta inserito il primo libro, potremmo scrivere un messaggio in questa discussione per notificarlo a questo nostro gruppo di autoformazione.
Saranno già i libri che condivideremo a cominciare a delineare il nostro spazio di interesse.
Un abbraccio
Armando Pitocco Sat 16 Jan 2021 7:59AM
https://jacobinitalia.it/fanon-il-filosofo-delle-barricate/
Approfitto di un interessante articolo della rivista statunitense Jacobin per parlare di Frantz Fanon, psichiatra francese morto a 35 anni di leucemia, autore di importanti libri che abbiamo nella nostra piccola biblioteca:
Si trovò a lavorare come psichiatra in Algeria nel periodo della guerra di indipendenza, a cui partecipò.
Nella sua pratica clinica introdusse un'approccio sociale alla patologia, accanto alle pratiche dell'epoca (recenti psicofarmaci ed ect).
Dalla sua tesi di dottorato sulle implicazioni psichiatriche dell'atassia di Friedreich
"Il [singolo] essere umano smette di essere un fenomeno nel momento in cui lui o lei incontra il volto di un altro. Perché l’altro rivela me a me stesso. E la psicoanalisi, proponendosi di reintegrare l’individuo folle all’interno del gruppo, si stabilisce come la scienza della collettività par excellence. Questo significa che l’essere umano sano è un essere sociale: o altrimenti, che la misura della sanità umana, da un punto di vista psicologico, sarà data dall’integrazione più o meno perfetta nel socius."
Armando Pitocco · Sun 18 Oct 2020 10:44AM
Hikikomori e adolescenza. Fenomenologia dell'autoreclusione
https://inventaire.io/entity/isbn:9788857505176
Attualmente sto leggendo un libro sul fenomeno sociale dell'autoreclusione (generalmente maschile, generalmente adolescienziale, originariamente giapponese), che raccoglie gli interventi di un convegno organizzato dalla scuola di psicoterapia dell'Asl Napoli 1 (Scuola Sperimentale per la Formazione alla Psicoterapia ed alla Ricerca nel Campo delle Scienze Umane Applicate, con sede nell'UOSM 26 di Soccavo). La curatrice è la psichiatra Giulia Sagliocco, didatta che si dedica alla salute mentale negli adolescenti.
I vari capitoli raccolgono gli interventi di molti didatti (tra cui interessante l'intervento di Carlo Pastore, tra i fondatori della scuola) e dell'antropologa culturale Carla Ricci (che lavora a Tokyo e ha fatto conoscere il fenomeno Hikikomori, «vivere ritirati», in Italia), con casi clinici dai servizi di salute mentale della provincia di Napoli.
Ho apprezzato la prospettiva "globale" dell'analisi: l'autoreclusione come problematica che trova le sue radici nella crisi adolescenziale (Ponte tra infanzia ed età adulta), in una dinamica familiare (simbiosi madre-figlio, in assenza di un "Terzo", di un "Altro" non presente nel discorso familiare, magari perché il padre è risucchiato dal ruolo di lavoratore-samurai, o perché non c'è), ma anche sociale ed esistenziale:
Molto interessante la contestualizzazione del fenomeno Hikikomori nella crisi della cultura giapponese, e della sua relazione con il mondo occidentale. L'antropologa statunitense Ruth Benedict fu la prima a parlare di "civiltà della vergogna" (La spada e il crisantemo, 1946) in riferimento al Giappone (e il grecista irlandese Eric Dodds farà il parallelismo con la civiltà pre-classica dei poemi omerici in I greci e l'irrazionale, 1951), contrapposta ad una "civiltà della colpa" (rappresentanta dalla "modernità occidentale" dalla Grecia classica in poi).
Nel dopoguerra la civiltà giapponese (quella della "vergogna") sarebbe messa in crisi dalla sconfitta subita, obbligata a transitare anch'essa versa una civiltà della colpa.
Pochi mesi prima del suo seppuku, l'importante scrittore giapponese Yukio Mishima scriveva nel 1970:
Riflettendo sul ruolo della coppia antitetica onore-vergogna, Monica Gemelli e Carlo Pastore scrivono: